Cos’è la genitorialità?
Cosa intendiamo quando parliamo di genitorialità, sostegno, e educazione alla genitorialità?
In campo psicologico, la genitorialità è una fase di vita dell’adulto dove ha origine e, si struttura l’attitudine di prendersi cura (nutrire, amare, proteggere, rispettare), di un altro essere diverso da sé.

Questo altro essere può – ma non deve necessariamente – essere un bambino da mettere al mondo e da accompagnare e sostenere nel suo percorso di crescita: nella genitorialità rientra infatti anche il concetto di famiglia allargata.

Sostegno alla famiglia e alla genitorialità
Infatti, molto spesso il sostegno alla genitorialità viene richiesto per gestire nel migliori dei modi l’arrivo di figli avuti dall’uno o dall’altro genitore in una precedente relazione, in un contesto di famiglia allargata.
Una famiglia è anche, forse soprattutto, fatta di voci che si intrecciano, è un linguaggio comprensibile solo a chi lo pratica, una rete di ricordi e di richiami.
Natalia Ginzburg
Al di là dell’ essere genitori: la genitorialità e le sue funzioni
La genitorialità non appartiene soltanto ai genitori reali, ma ad ogni persona che ha in sé la capacità del prendersi cura di…questa capacità si esprime attraverso varie funzioni:
- Protettiva: cure adeguate, accudimento, protezione, sicurezza;
- Affettiva: sentire l’altro e le sue emozioni;
- Regolativa: saper trasmettere la capacità di regolare i propri stati emotivi per ottenere risposte e comportamenti adeguati;
- Normativa: porre dei limiti, essere un punto di riferimento, conoscenza e rispetto verso istituzioni e norme sociali;
Inoltre:
- Predittiva: conoscere e prevedere il raggiungimento delle tappe evolutive in base al comportamento del bambino;
- Rappresentativa: saper modificare in base alle tappe di sviluppo del bambino le sue interazioni con la realtà;
- Significante: costruire il contenitore in cui il bambino inizia ad esercitare l’attività del pensiero attraverso la proiezione e l’identificazione;
- Fantasmatica: le fantasie che il bambino crea per costruire la sua identità e conoscere la realtà, inizialmente coincidenti con le figure che si prendono cura di lui;
E infine:
- Proiettiva: “il principio dei vasi comunicanti” in cui i genitori proiettano le proprie aspettative sui figli;
- Triadica: la capacità di creare l’alleanza tra genitori e figlio, diventare una squadra;
- Differenziale: la modalità materna e paterna possono essere molto dissimili, ma sono entrambe necessarie per una relazione funzionale;
- Transgenerazionale: essere inseriti nella storia di famiglia, il continuum generazionale che lo comprende e contiene le due famiglie d’origine.
L’importanza del sostegno alla genitorialità, al prendersi cura, alla famiglia
La genitorialità rappresenta molto di più dell’essere genitori: delinea prospettive che interessano aspetti individuali, relazionali, affettivi, sociali che sono il fondamento del percorso educativo che segue e accompagna la crescita del bambino.
A volte possiamo trovarci in difficoltà: è normale! Crescere un figlio è un incontro con qualcuno di diverso da noi, eppure parte di noi; un percorso con eventi inattesi in cui non sempre sappiamo cosa fare o come comportarci.
In questi casi nostra capacità genitoriale, il “prendersi cura di”, viene messa a dura prova.
Quando parliamo di una famiglia non possiamo prescindere da quegli aspetti che la caratterizzano in modo unico: il suo lessico, quello dei giorni quotidiani, dell’appartenenza, del riconoscersi attraverso il ricordo di un nome o del profumo della lavanda nelle lenzuola, di risate che fanno ridere solo noi, e di dolori che ci fanno ritrovare o perderci…
Sostenere una famiglia implica aiutarla a essere consapevole di come le relazioni al suo interno sono il risultato del passato relazionale di ciascuno dei suoi membri, e di come questo influenzi il momento presente.
Come può il passato influenzare il presente?
Il passato relazionale dei membri della famiglia influenza il momento presente attraverso l’assunzione di ruoli e la seguente costruzione di credenze e stili cognitivi non funzionali.
Questi pattern di comportamento rendono la percezione, la comunicazione, la relazione che si hanno con gli altri rigide e filtrate dal pregiudizio.
Registra i tuoi pensieri disfunzionali
Quando si attraversa un conflitto è importante imparare a separare ciò che accade veramente dai pensieri disfunzionali, le distorsioni cognitive, le interpretazioni negative di quel che accade, interpretazioni cariche di emozioni negative che ci portiamo dentro a causa di conflitti passati non risolti ed elaborati.
Per separare gli eventi dalle interpretazioni puoi usare una scheda per prendere nota dei pensieri disfunzionali che ciascun membro della famiglia mette in tavola nella relazione, rendendola problematica e fonte di disagio.
Cosa scriverai nella scheda di REGISTRAZIONE DEI PENSIERI DISFUNZIONALI?
Scriverai
- la data e l’ora dell’evento conflittuale
- dove eri
- qual è stato il tuo primo pensiero (quello automatico)
- che emozioni hai provato
- quali possono essere state le mie interpretazioni non obiettive (distorsioni cognitive)
- quali pensieri o ipotesi alternative posso fare su quello che è accaduto
La mia famiglia
- Cosa pensi dei membri della tua famiglia?
- Che emozioni ti fanno sentire?
- Che comportamenti ti fanno assumere?
- Cosa vorresti cambiare, cosa vorresti dire a voce alta?
- Quali sono le radici della tua famiglia?
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